Un interessante articolo riguardante l’importanza di un buon trattamento dell’aria per contenere la diffusione del virus SARS-CoV2 negli ambienti chiusi è apparso recentemente sui maggiori quotidiani nazionali basato su una ricerca dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù tenuta insieme a Ergon Research e alla Società di Medicina Ambientale (SIMA). Secondo questo studio i sistemi di condizionamento dell’aria svolgono un ruolo determinante nel controllo della dispersione delle particelle potenzialmente contagiose (droplet e aerosol) prodotte col respiro negli ambienti chiusi poiché è stato documentato che il raddoppio della portata dell’aria condizionata all’interno di una stanza chiusa riduce la concentrazione delle particelle contaminate del 99,6%. Con l’aumento della ventilazione infatti la dispersione aerea di droplet e aerosol è più rapida con conseguente minor concentrazione di contaminante a percentuali bassissime e sostanzialmente irrilevanti ai fini del contagio.
Ovviamente il ricambio dell’aria con sistemi VMC o con UTA con recuperatore risulta una prerogativa essenziale per tutti gli impianti di climatizzazione, infatti possiamo citare un altro articolo pubblicato su El País, quotidiano di maggior diffusione in Spagna, dove sono stati riportati esempi di situazioni a rischio la cui probabilità di contagio è stata calcolata da un software “Covid Airborne” sviluppato da un gruppo di scienziati guidati dal professor J. L. Jiménez dell’Università del Colorado.
In questo quadro si inseriscono i nostri diffusori microforati ad alta induzione ONEAIR DHI, tessili, plastici e metallici in quanto hanno la capacità di miscelazione fino a 25 volte rispetto all’aria immessa (effetto induzione) pertanto svolgono un’azione ancora più amplificata di riduzione delle particelle contaminanti. Grazie al nostro software di dimensionamento CFD e in associazione a sistemi sopra citati rappresentano una soluzione tecnica molto efficace per contenere la diffusione del virus SARS-CoV2 negli ambienti chiusi.